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Madame Bovary

by Gustave Flaubert



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aveva tanto sofferto senza lamentarsi


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la calma delle passioni quotidianamente appagate


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Confondeva, nel suo desiderio, la sensualità del lusso con le gioie del cuore, l'eleganza delle abitudini e le delicatezze del sentimento.


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Questi pensieri la commossero; si sentì debole e abbandonata, come una piuma d'uccello nella tempesta: allora, senza averne coscienza, s'incamminò verso la chiesa, disposta a qualunque religione, pur di assorbire la sua anima e dimenticare l'esistenza intera.


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I mobili, al loro posto, sembravano più immobili ancora, e si perdevano nell'ombra come un oceano tenebroso.


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Léon era stanco d'amare senza risultato; poi cominciava a sentire quell'abbattimento che proviene dalla vita monotona, quando nessun interesse la dirige, e quando nessuna speranza la sostiene.


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Léon gettò un'occhiata intorno a sé, occhiata che si distese sui muri, sui mobili, sulla stufa, come per penetrare in tutto, per portar via tutto.


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virtù sterile


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La felicità si può trovare un giorno - ripeté Rodolphe - sì, un giorno, e quando meno ci s'aspetta. [...] Voi sentite subito il bisogno di fare di quella persona il racconto della vostra vita passata; di darle tutto, di sacrificarle tutto!


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niente di triste o di tenero ammolliva quello sguardo pallido. Nel frequentare gli animali aveva imparato il loro mutismo e la loro calma.


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Era la prima volta che Emma sentiva dire di queste frasi; ed il suo orgoglio, come uno che si riposa vicino ad una stufa, si distendeva mollemente al calore di quel linguaggio.


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Allora si ricordò le eroine dei romanzi che aveva letti, e la legione lirica di quelle donne adultere si mise a cantare nella sua mente con voci quasi di sorelle che l'affascinavano.


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il signor Binet, nonostante il rispetto che portava alle leggi, si trovava in contravvenzione.


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L'umiliazione di sentirsi debole si cambiava in rancore che veniva temperato dalle voluttà.


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Gli sbagli d'ortografia si susseguivano; ma Emma coglieva il dolce affetto che usciva da quel chiacchierio come il chiocciare di una gallina mezza nascosta in una siepe di spine.


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bisognava, pensava lui, fare una debita tara ai discorsi esagerati che celano gli amori mediocri, come se la pienezza dell'anima, non sgorgasse talvolta con le più vuote metafore, poiché nessuno, mai, può dare l'esatta misura di ciò che desidera, o soffre, e spesso la parola umana è come un paiuolo incrinato dal quale esce una musica per orsi quando invece si vorrebbe commuovere le stelle.


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La signora Bovary non era stata mai così bella come in quel tempo; aveva quella bellezza indefinibile che risulta dalla gioia, dall'entusiasmo, dal trionfo, e che non è altro che l'armonia del temperamento con le circostanze.


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Emma si era appoggiata contro il vano della finestra e rileggeva la lettera ridendo dalla collera.


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e, assaporando il piacere di sentirsi debole, Emma contemplava in se stessa la distruzione della propria volontà che cedeva facilmente all'invasione della grazia.


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una giovane signora piena d'intelligenza.


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Quando s'inginocchiava sull'inginocchiatoio gotico, indirizzava al Signore le stesse parole soavi che mormorava prima al suo amante, nelle sue effusioni d'adultera.


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Faceva questo per trovare la fede, ma nessun conforto le discendeva dal cielo: allora si rialzava, con le membra stanche, col sentimento vago d'una immensa frode.


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Essi andavano a teatro per dimenticare le inquietudini delle occupazioni; ma no dimenticando gli affari, parlavano ancora delle più o meno buone qualità del cotone.


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Si lasciava cullare dalle melodie e sentiva dentro di sé vibrare tutto il suo essere, come se gli archi dei violini fossero passati sui suoi nervi.


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Riconosceva tutte le ebrezze e le angosce per le quali era stata per morire. La voce della prima donna le sembrava l'eco della sua coscienza, e quell'illusione l'affascinava come se fosse qualche cosa della sua vita. Ma nessuno sulla terra l'aveva amata d'un amore simile.


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Ora lei conosceva la piccolezza delle passioni che l'arte esagerava.


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E tutte le sue velleità di distacco svanivano sotto la suggestione dell'arte che l'invadeva, e, attratta verso l'uomo per l'illusione del personaggio, lei anche cercò di immaginare la sua vita, quella vita clamorosa, straordinaria, splendida che anche lei avrebbe potuto condurre se il caso l'avesse voluto.


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Egli non capiva qual furore di locomozione spingesse quegli individui a non volersi fermare.


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Quel povero pianoforte che le aveva procurate tante vane soddisfazioni, vederlo andar via, era per Bovary come l'indefinibile suicidio di una parte di lei.


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Emma la conosceva da un'estremità all'altra; sapeva che dopo il prato vi era un palo, poi un olmo, un granaio o una casupola da contoniere; qualche volta poi, per farsi delle sorprese, chiudeva gli occhi. Ma non perdeva mai l'idea giusta della distanza da percorrere.


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Sull'orologio vi era un piccolo Cupido di bronzo, in una posa graziosa, sotto una ghirlanda dorata. Risero di lui parecchie volte; ma quando dovevano separarsi, tutto sembrava così triste.


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Ma la diffamazione di quelli che amiamo ci allontana un poco da loro. Non bisogna toccare gli idoli: la doratura resta attaccata alle mani.


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Intanto stava per diventare primo scrivano: era il momento di diventar serio. Meglio rinunciare all'orgia, ai sentimenti saltati, all'immaginazione; perché, da vero borghese, nel vigore della sua giovinezza, sua pure per un giorno, per un minuto, si era creduto capace di grandi passioni e di alte imprese. Come il più mediocre dei libertini ha sognato delle sultane, ogni notaro ha in sé i resti di un poeta.


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Tutto, e anche se stessa, le era insopportabile. Avrebbe voluto, scappando come un uccello, andare a ringiovanire in qualche luogo remoto, negli spazi immacolati.


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Qualche cosa di bellicoso la trascinava. Avrebbe voluto picchiare gli uomini, sputar loro in viso, ridurli in polvere tutti; e continuava a camminare rapidamente, pallida, fremente, inquieta, scrutando con l'occhio pieno di lacrime l'orizzonte vuoto, e quasi divertendosi nell'odio che la soffocava.


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Difatti, da tre anni, Rodolphe aveva fatto di tutto per evitarla, seguendo quella vigliaccheria naturale che caratterizza il sesso forte.


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una domanda pecuniaria, fra tutte le burrasche che capitano nell'amore è la più fredda, ed è quella che toglie definitivamente ogni sentimento affettuoso.


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Tutte le reminiscenze, le idee, che aveva nella testa sfuggivano in una volta, tutte insieme, come mille faville da un foco d'artifizio.


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Era invasa dalla pazzia.


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E la guardava con gli occhi così pieni di affetto, come lei non ne aveva mai veduti.


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Non piangere! - gli disse Emma. - Presto non ti tormenterò più!


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- Non eri felice? Io non ne ho colpa! Ho fatto tutto ciò che ho potuto!
- Sì... è vero... tu sei buono, tu!


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e di tutti i rumori della terra non sentiva che l'intermittente lamento del suo cuore, dolce ed indistinto, come l'ultima eco di una sinfonia che si allontana.


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il polso scivolava sotto le dita come un filo teso, come la corda di un'arpa, prossima a spezzarsi.


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Disprezzava le croci, i titoli accademici, era ospitaliero, liberale, un vero padre dei poveri, praticava la virtù senza crederci, e sarebbe passato per un santo, se la finezza del suo spirito non l'avesse reso temibile come un demonio.


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Viveva così la sua vita, pieno di quella maestà mite, prodotta dalla coscienza di un gran talento, dalla sua condizione, e da quarant'anni di una vita laboriosa e irreprensibile.


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Il prete si alzò per prendere il crocifisso: allora lei allungò il collo come qualcuno che abbia sete, e, comprimendo le labbra sull'Uomo-Dio, depose con tutta la sua forza di agonizzante il più grande bacio d'amore che avesse mai dato.


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Il nulla non spaventa un filosofo.