Go back


Monumenti effimeri. Storia e conservazione delle installazioni

by Barbara Ferriani e Marina Pugliese



Le ricostruzioni sono l'unica possibilità di ripresentare ambientazioni effimere, nate in una particolare occasione storica e andate perdute alla fine dell'evento. (pg. 98)


Le installazioni, nate come espressione di una radicale rottura con le forme tradizionali, prevedevano la partecipazione attiva degli spettatori che, interagendo con lo spazio attivato dall'artista, ne definivano ogni volta una nuova configurazione. (pg. 104)


Nel momento in cui lavori complessi come le installazioni devono essere preservati si pongono problematiche che non possono limitarsi alla pura conservazione dei dati materiali, ma che necessariamente devono coinvolgere una moltitudine di altri elementi connessi alla poetica dell'artista e al contesto originale. Se la disposizione degli elementi che costituiscono un'installazione è da considerarsi parte fondante, una categoria paragonabile a quella fino a ora utilizzata di materia, anche una piccola variazione può compromettere il senso stesso dell'opera. (pg. 110)


L'invecchiamento dei materiali è concettualmente parte del lavoro. (Janine Antoni
cit. a pag. 114)


Il corpo umano come fragile contenitore; suggerisce la perdita, l'isolamento e la riparazione. (J. Antoni a pag. 115)


Féliz González-Torres "volevo fare una mostra che sparisse completamente" descrizione dell'opera a pg. 118


Janine Antoni "la vera essenza del lavoro è quella di decomporsi." ("the very essence of the piece is to decompose": traduzione riportata in nota a piè di pagina dal libro, quindi fedele) cit. a pag. 116


Lo statement dell'artista include "parametri espositivi".