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Le irregolari. Buenos Aires Horror Tour

by Massimo Carlotto



Ero triste e, purtroppo, assolutamente sobrio.


La madre è una gran donna, coraggiosa e forte, che ha lottato a lungo con le Nonne. Il marito l'ha costretta ad abbandonare l'attività dell'associazione... per lasciare che fosse il tempo a lenire il loro dolore... Fatalismo sudamericano del cazzo» commenta acido. «Se fosse stato per gli uomini, i desaparecidos sarebbero già stati dimenticati» concluse tagliente.


quei ricordi e quella sensazione di inevitabile che mi avevano afferrato.


il primo pensiero lo rivolsi al mio destino. Nessuna tregua: mai. Basta poco per cambiare il corso di una vita.


A Buenos Aires non è permesso perdersi.


Non dissi nulla, troppo occupato a ingoiare lacrime che mi sembravano fuori luogo


torna in Europea e aiutaci a costruire una cultura dei diritti umani


«Avevo diciannove anni quando ho smesso di credere alle coincidenze» sussurrai al di sopra della tazza di caffè.


Ero felice di essere entrato nel mistero sudamericano del nonno


Si fermarono tre madri a braccetto: «La chiesta argentina è stata l'unica madre a non proteggere i suoi figli» disse una.


Mi soffermai a osservare la foto di un neonato, sfuocata. Sotto, a macchina, qualcuno aveva scritto: Emiliano Ginés, muerto de tristeza.


Neruda continuava a scorrermi nelle vene.


Della loro giovinezza hanno conservato un'inquietudine che li porta a cambiare spesso. Anche moglie o marito.


"Storie che non si dimenticano, Inocencio. Ognuna di essere vale un libro o un film. Storie che non si possono non conoscere..."


"È duro e triste vivere seguir luchando. A volte mi sento tanto stanca."


Non erano né terroristi, né sovversivi. Erano giovani che amavano la vita, la libertà e la giustizia.


Ma a quel tempo ero solo una madre che non aveva più i suoi figli e tante cose non le sapevo.


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