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Arte di vivere e di pensare

by J. Guitton



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quelli che non sono stati mai ammalati, che hanno una salute quasi eccessiva, non sono metodici, ma sciupano il tempo, materia insostituibile.


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Più il tempo è furtivo, evanescente, più dobbiamo farne sprigionare bellezza e bontà.


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tutto lo sforzo e tutto l'amore con la più dolce efficacia.


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questo lusso sparso nelle cose


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La cultura nel senso antico


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pazienza, lentezza e tenacia


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Lo spirito è dissipatore


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Bisognerebbe far penetrare la verità, pane dello spirito, con una soavità imperiosa fin nella sostanza quotidiana della vita.
Di conseguenza quest'ora di metodo è anche un libro di morale.


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Ciascuno di noi è un vortice: che trascini granelli di sabbia o pagliuzze d'oro


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La prova che si conosce veramente qualche cosa, dice Aristotele, sta nel poterla insegnare.


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La decisione di fare è anche un sacrificio; infatti non si può voler tutto comtemporaneamente


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La cattedrale di Notre-Dame è il frutto della scelta di una volontà che prima ha riflettuto a lungo su un gran numero di soluzioni ugualmente possibili.
Un altro tratto degli artisti è di non poter lavorare se non nella febbre dell'ultimo momento; solo la fretta li costringe a fare. Se non avessero da presentare un progetto, credo che starebbero sempre nell'ozio.


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non accontentandoci mai di progetti vaghi, bensì concretando i nostri progetti in decisioni molto precise.


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Avevano però altre qualità che mancano spesso agli attori di professione: la conoscenza degli usi del mondo ottenuta per eredità, la cultuar, tutto il tempo a loro disposizione, una vita quasi monastica, la sofferenza, il desiderio di aiutare e non quello di farsi un nome, per mesi interi un'applicazione totale alla loro parte.


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ognuno sfugge all'angoscia, all'orgoglio della solitudine, mentre utilizza il lavoro altrui.


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obbligarsi a certe applicazioni precise, pur lasciandosi una certa libertà d'azione


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Nelle attività di puro spirito generalmente ci si impegna senza rischio. Ho spesso pensato che nella libertà di pensiero parecchi gustino appunto questa sicurezza di non dover rispondere dei loro pensieri nella propria carne.


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una povertà piena di simboli. "Non tollerare presso di te nulla - diceva Ruskin - che non ti sia utile o che non trovi bello".


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La regola d'oro del lavoro intellettuale può formularasi così: "Non tollerare né semilavoro, né semiriposo. Datti tutto intero o distenditi in modo completo. [...]"


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Accendere le candele non è dira la Messa.


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lavora contro se stesso.


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non delle regole, piuttosto dei punti fermi


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Ogni scelta dunque implica un giudizio. E questo è già pensiero.


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un'opera molteplice ed unica, paradiso dell'interpretazione


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La vera abbondanza non deve essere quella della carne che ingombra, ma quella della luce che irradia.


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fino al momento in cui vedrete apparire quella diversità che costituisce la definizione.


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L'odio confonde, l'amore distingue.


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Il pensiero, che ha attraversato la contraddizione, è un pensiero messo alla prova. E se un pensiero provato (cioè dimostrato), in questo duro passaggio ha almeno guadagnato in duttilità ed in flessibilità. Che potrà tenere d'ora in poi? Ha sposato le ragioni dell'avversario; gli ha detto: tira per primo. Ha rifornito le sue truppe. Eppure trionfa, malgrado tutti questi vantaggi offerti al nemico. Chi comincia col concedere, annunzia la sua vittoria.


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Alcuni scrittori stimolano il pensiero. Ciascuno deve trovare il suo.


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Bisogna però anche dire che la verità dell'errore si ritrova nella verità in maniera più pura che non nello stesso errore.


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Qualche volta è importante lasciare nei nostri giudizi la traccia del movimento che ci ha condotti sino lì.


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I sistemi dualisti non sono dialettici


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La verità dell'amore sembra derivata da un'opposizione sormontata e sublime.


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l'abolazione del caso per mezzo di un'audacia del pensiero.


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I grandi uomini d'azione sono stati dei meditatvi, capaci di trovare in ogni circostanza il tempo per la solitudine profonda, non ritirandosi nel chiuso di una cella, ma nei viaggi, negli istanti di silenzio, in quelle piccole notti furtive delle nostre giornate che sono gli interstizi dell'azione. Napoleone parlava della "presenza di spirito dopo mezzanotte".


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stabilirmi alla giuntura del tutto


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Chi vuole fare tutto da sé rassomiglia ad un minuscolo dittatore


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Il direttore d'orchestra non suona alcun strumento particolare: il suo compito è diverso.


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esige una solitudine sacra


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Una macchina per decidere non esisterà mai.


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la vera azione, quella che decide tagliando nella carne viva, secondo l'etimologia della parola.


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un atto volontario compiuto nell'oscurità: conviene difendere Parigi o il mare? Bisogna agire o riserbarsi per un'occasione migliore? [...] Bisogna sposarsi? Mettersi il soprabito? L'esistenza è seminata di questi problemi dove non c'è mai la prova.


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Le decisioni si impongono quanto più le situazioni sono mal determinate.


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"Come ho vinto la guerra? Non eccitandomi, semplificando tutto, riserbando tutte le mie forze per essere tutto a disposizione del mio compito." (Foch)


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I voti, le promesse, le risoluzioni ci aiutano nell'esistenza, perché la natura umana è piegevole. Davanti al primo insuccesso si turba e pensa di aver male scelto. Alain affermava che tutte le scelte sono equivalenti, perché ciò che importa è tener duro.


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La decisione, per essere un'arma di luce, esige che sia accettato in anticipo un eventuale insuccesso, con cuore leale e contento.


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L'esistenza deve essere pensata con spirito gerarchivo, conservando sempre il senso degli ordini incastrati gli uni con gli altri e dei sacrifici obbligatori.


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Quella che chiamiamo la coscienza non è forse sempre il mormorio interiore dell'essenziale?


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Essere eloquente non è parlare in generale, è piuttosto saper dire "qualche cosa" a "qualcuno". Il coraggio in un capo non si separa da questa eloquenza.


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L'arte di agire si avvicina all'arte di convincere. Le cose non ci sono direttamente accessibili; per agire su di essere bisogna saper agire sugli spiriti: arte difficile, che non si insegna.


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E' necessario il sortilegio davanti ai bambini, ai deboli, ai pazzi.


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Né troppo, né troppo presto, né troppo in una sola volta.


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quella sua impossibile ricerca di ottenere nello stesso tempo il "suono" ed il "senso"


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La forza dell'anima è l'ostinazione. Verso e contro tutto. È la fede.


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Le più belle opere sono piene di lacune ed infine sono rimaste incompiute.


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bisogna cominciare due volte per finire bene. "Comincia e la metà è fatta. Ricomincia e tutto è finito".


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Se avessimo del buon senso nella vita morale, saremmo dei saggi


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per ben parlare delle cose umane bisogna rassegnarsi ad una prudente imprecisione, bisogna avere della sobrietà nel giudizio ed anche nella saggezza.


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Ma la dirittura ha il suo difetto che è l'intransigenza; mentre non si vede verso quale genere di difetto possa inclinare la giustezza dello spirito.


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Come credere, anche per un momento, provvisoriamente, al contrario di ciò che si crede?


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Non ci si inganna, diceva Pascal, nel proprio punto di vista. Ma ci si inganna quando si vuole che questo sia il punto di vista anche degli altri.


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In ogni errore c'è prigioniera la verità; questo spiega come si possa amare l'errore, vivere e in certi casi morire per esso.


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Nessuno osa dire che c'è pericolo nell'usare la ragione, mentre tutti sanno che l'intelligenza non è la ragione in sé, bensì la ragione utilizzata dallo spirito umano per arrivare a scopi non tutti ugualmente buoni.


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la violenza è una caricatura della forza


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ciò che permette loro di percorrere senza segno di sforzo lo spazio che separa il familiare dal sublime


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la natura, questa grande cosa calma, che si rinnova.


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quella potenza che dà la forza di andare senza vedere e che si chiama cuore.


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Per questo non si può fare nulla senza amore, neppure imparare una lezione, cominciare una ricerca, riformare uno Stato, lavorare un campo, salvare una civiltà, educare un bambino. Per fare, bisogna fin dall'inizio del lavoro trovarsi già al termine, possedere l'avvenire che non è ancora.


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l'uomo non può vivere veramente senza fede, [...] il giusto vive di fede.


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Noi ci lasciamo andare a credere che la conoscenza e la scienza possano bastare. Ma anche la scienza vive della fede nella scienza.


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L'entusiasmo è il sentimento che si prova quando si immagina di aver in fondo al cuore come un dio nascosto, il principio che ci anima e che ci permette di credere.


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Dirò ancora con Cartesio che la gioia non è solamente frutto del lavoro, ma anche un mezzo per il lavoro.


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Le circostanze verranno da sé.


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Noi abbiamo il dovere di divenire quello che eravamo.


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ogni opera che non nasca da sovrabbondanza, è sterile.


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E' vero che l'Oriente contempla e che l'Occidente agisce, o più esattamente che l'Occidente non ha mai saputo ben concepire né organizzare quel riposo, che è la sorgente dell'azione. L'Occidente insegna la sapienza, ma non la pratica, perché ha troppo da fare.


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L'Oriente confonde e l'Occidente distingue.


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dei poemi appena cominciati e già abbandonati