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Viaggio nel Musical. Una lettura del rapporto testo-musica nella rock opera Jesus Christ Super Star di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice

di Maria Luisa Beffagna Goldoni e Gabriella Borghetto



Sono tutti perdenti i personaggi del Jesus Christ, anche coloro che, come l'apostolo traditore Giuda ed i sacerdoti Anna e Caifa, credendo di aver capito, cercano la loro sopravvivenza nella morte del Cristo, o come Maria Maddalena troppo tardi presa dal suo amore impossibile.


La poesia come via alternativa per giungere alla verità attraverso l'intuizione fantastica.


"Più che la parola poetica – scrive U. Fiori a proposito del linguaggio rock - la situazione patetica è il suo fondamento. In questo si avvicina al teatro musicale, ma ad un teatro in qualche modo lirico (nel senso del genere letterario), dal momento che tutti si concentra su un solo personaggio e sul suo rapporto con il mondo. E' in questo monologo musicato, in questa varietà artistica di psico-dramma – che pare a me la forma più caratteristica e originale del genere – che la parola-rock mostra i suoi profondi legami con il blues". U. Fiori, "La parola nel rock" in "Musical/Realtà", apr.1987, p.116


D'altro canto la glossolalìa, ossia il cullarsi in un suono che perde nel farsi il suo referente semantico, è una tentazione del rock: fuori degli U.S.A l'affinità tra il linguaggio profano e quello della predicazione religiosa che esalta e travolge non può essere colto appieno.
Nelle altre lingue, l'italiano, il francese, il tedesco si perde l'essenziale effetto liberatorio del nonsense. L'inglese rimane la lingua virtuale del rock, il modello fonico asemantico per eccellenza.


Il Cristo di Rice e Webber non risorge fisicamente dalla morte.


Il Jesus Superstar non è vero Dio e vero Uomo: è solo un Uomo che sa, ma lui solo, di essere anche Dio; pochissimi altri, fra i quali – guarda caso – Maria Maddalena, la peccatrice pentita, al massimo lo intuiscono.


Cristo non è un leader politico... [...] ...uno sconfitto della storia...


La metafora: fiction e remake. Prodotto fortemente consumistico che sfrutta ingredienti collaudati e rispondenti al gusto di molti ambienti giovanili della "Jesus Revolution", il Jesus-Christ è indubbiamente un abile racconto metaforico. Prudentemente trasgressivo, lacunoso e incoerente come ogni percorso onirico, il testo appare sovraffollato di associazioni di idee e di pulsioni. Lo smalto del tessuto musicale, per molti versi pregevole, mette forse ancor più in risalto,m per contrasto, in quest'opera un fondo di desolante pessimismo esistenziale: non c'è vero riscatto per l'uomo prigioniero della sua ignoranza e della sua egoistica visione della vita.