Go back


Prima che sia giorno (Cercivento)

by Carlo Tolazzi



Pagina 7 - 13 ottobre 2019
BASILIO Ma si muore subito?
ANGELO No so, Basilio, no son mai stà fusilà in vita mia.
BASILIO Ma nel sogno, l'altra sera, com'è successo?
ANGELO No so. Me son svejà intanto che i me sbarava.
BASILIO E prima?
ANGELO Cossa prima?
BASILIO Prima che ti sparavano. Com'era il sogno?


Pagina 10 - 13 ottobre 2019
Xe tre giorni che no magno dal nervoso, se provo a scampar, le me ciapa anche le lumaghe.


Pagina 34 - 13 ottobre 2019
Parlare, don Luigi, che anche se non hanno compassione, almeno passa il tempo!


Pagina 43 - 13 ottobre 2019
BASILIO Ben, se si sogna, tanto vale che siano robe belle. Cosa sogni tu? Che ci fucilano!


Pagina 46 - 13 ottobre 2019
ANGELO Parlavi, parlavi... ma in che lingua? Talian, crucco, ... furlan?
BASILIO Ostia, sai che non ho fatto caso?


Pagina 47 - 13 ottobre 2019
BASILIO A un certo punto abbiamo pensato che si poteva smettere di combattere no, e continuare a mandare giù giorno per giorno notizie inventate di attacchi e di macelli, ma da una parte e dall'altra, eh! Sai, bombardamenti, assalti alla baionetta, quelle carneficine, ma anche magari robe di eroismo, imprese di quelle valorose. Così quei paraculi imboscati che ci hanno mandati a spararci erano contenti, la Patria era orgogliosa di noi, e noi stavamo lassù tranquilli.


Pagina 51 - 13 ottobre 2019
Si inventava tutto, no, come i giornali...


Pagina 51 - 13 ottobre 2019
noi si aveva finito la guerra, Angelo, e stare senza spararci, che è come si dovrebbe stare di normale, a noi ci sembrava proprio una meraviglia, che volevamo continuare per sempre così


Pagina 59 - 13 ottobre 2019
Delle esecuzioni sommarie, l'aspetto più sconcertante della giustizia militare, restano numerosissime testimonianze nella memorialistica, nella corrispondenza, nella documentazione psichiatrica [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 60 - 13 ottobre 2019
Che l'esecuzione sommaria di soldati durante il combattimento fosse considerata una prassi lecita e tutt'altro che eccezionale, lo confermano le dichiarazioni che alcuni ufficiali fecero con disinvoltura nel corso di conversazioni informali. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 60 - 13 ottobre 2019
I soldati italiani non avanzano contro il nemico allorché ne vien dato loro l'ordine dai superiori ed occorre spingerli in avanti con il fucile e ad ogni ostacolo si fermano e che egli dovette far fuoco sui soldati della sua compagnia, ma questi gli rivolsero contro le armi. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 61 - 13 ottobre 2019
Le mancanze dei soldati che furono freddati dai loro ufficiali molto spesso non avevano un carattere di particolare gravità: un moto di rabbia, un rifiuto ostinato, un atteggiamento di sfida. Era sufficiente che l'ufficiale vedesse in un atto di disobbedienza un grave pericolo per la disciplina perché si sentisse legittimato all'uso delle armi. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 61 - 13 ottobre 2019
circolari che invitavano alla giustizia sommaria [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 61 - 13 ottobre 2019
il reato che più di ogni altro andò aumentando nel corso del 1917 e del 1918 fu la diserzione. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 61 - 13 ottobre 2019
Vennero costantemente esercitate pressioni sui presidenti dei tribunali perché l'iter giudiziario fosse abbreviato al massimo, i reati fossero configurati nella specie più gravi, non venissero concesse le circostanze attenuanti. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 62 - 13 ottobre 2019
i giudici che si fossero lasciati vincere da sentimenti di indulgenza sarebbero stati rimossi. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 62 - 13 ottobre 2019
Benché parziali e incompleti, i dati di cui disponiamo sono indicativi delle caratteristiche di fondo della giustizia militare: l'ampio ricorso al processo e l'estrema severità delle condanne. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 62 - 13 ottobre 2019
nell'arco dei 4 anni di guerra almeno 1 soldato su 14 subì un processo penale; 1 su 24 subì una condanna. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 63 - 13 ottobre 2019
nel marzo 1918 l'Ufficio giustizia militare del Comando Supremo segnalava che nei primi due mesi dell'anno la perdita di uomini dovuta a diserzioni superava da sola il numero dei morti e dei prigionieri [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 64 - 13 ottobre 2019
A partire dalla primavera del 1918, inoltre, il Comando Supremo dispose che le intese, le fraternizzazioni e i contatti con il nemico, diffusi su tutti i fronti e in tutte le fasi del conflitto, avrebbero dovuto essere punite in base all'articolo 98 del codice penale militare che prevedeva anche la pena di morte. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 64 - 13 ottobre 2019
In nessun altro dei paesi occidentali alleati la giustizia militare raggiunse tali livelli di repressione. [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 66 - 13 ottobre 2019
Dalla documentazione psichiatrica sono emersi lo smarrimento profondo di fronte alla violenza soverchiante della disciplina e il senso di colpa degli ufficiali costretti ad assumere il comando dei plotoni di esecuzione [dal saggio di B. Bianchi]


Pagina 68 - 13 ottobre 2019
La prima guerra mondiale [...] ha prodotto un'enorme mole di opere letterarie ed artistiche, frutto di un processo di elaborazione collettiva della memoria storica senza precedenti. [dal saggio di F. Todero]


Pagina 68 - 13 ottobre 2019
Quest'ultimo fatto trova spiegazione anche nella crescita degli indici di alfabetizzazione nelle classi popolari che ci hanno lasciato una larghissima messe di scritti. [dal saggio di F. Todero]


Pagina 71 - 13 ottobre 2019
questa povera umanità a cui Iddio ha dato una vita e un istinto per conservarla, questa umanità dolorante, storpia cieca sembra che, superata Fuciletto, -ovvero il nomignolo con cui era chiamato il paese di Saciletto, sede di un Tribunale Militare - irrompa verso il suo poco sole con l'urlo che è al di sopra delle rauche voci di guerra: "La vita, la vita, la vita!" [dal saggio di F. Todero]


Pagina 73 - 13 ottobre 2019
le mitragliatrici puntate alle loro spalle [dal saggio di F. Todero]