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Anima sfregiata

by Piero Colle



Pagina 8 - 7 marzo 2018
Le cose avevano ripreso il loro corso normale, solito e bello, e tutti avevano tirato un bel respiro di sollievo quando me n'ero andato.


Pagina 9 - 7 marzo 2018
Io passavo le giornate a pensare che vivere così doveva essere tremendo, disumano e idiota.
Ma tremendo per chi? e perché idiota, in fondo?


Pagina 10 - 7 marzo 2018
l'estate e il caldo son cose che detesto, mi pare che il cervello non funzioni bene e non riesco a far niente.


Pagina 13 - 7 marzo 2018
adesso stava pagando caro i sogni da bravo ragazzo e non aveva ancora capito ch'era tutto un imbroglio.


Pagina 13 - 7 marzo 2018
a volte i soldi costano più di quello che valgono


Pagina 15 - 7 marzo 2018
Una specie di fuga dall'angoscia del quotidiano, qui gli psicologi tirerebbero fuori qualcosa di meraviglioso, ne sono certo.
Tante belle parole per dire che si ha l'inferno in testa


Pagina 24 - 7 marzo 2018
Ma poi la vita era un'altra, scarpe rotte e alcoolismo non andavano d'accordo con le prime alla Scala e i tramezzini al caviale.


Pagina 25 - 7 marzo 2018
Si sentiva l'anima a pezzi, sfregiata.


Pagina 25 - 7 marzo 2018
Le era rimasta dentro una gran voglia di vibrare, per qualcuno o per qualcosa


Pagina 25 - 7 marzo 2018
In quella uscì Sergio, uno dei due bastardi.


Pagina 30 - 7 marzo 2018
Fiorella vibrava ancora, ci aveva addosso tanto di quel vino e di quella voglia di vivere, che sarebbero bastati a ubriacare la città.


Pagina 37 - 7 marzo 2018
Chiuse gli occhi, cercò di morire un poco.


Pagina 53 - 7 marzo 2018
Guardò la poltrona a fiori, un bell'esempio di cialtronieria post bellica.


Pagina 62 - 7 marzo 2018
Due cose mi stupiscono di quella piccola, delirante, provinciale, codina e ordinata città che è Udine: la straordinaria capacità degli udinesi di ingollare ettolitri di vino e le presentazioni di libri.


Pagina 62 - 7 marzo 2018
come tutti ormai sanno a me interessa soprattutto la pazzia degli uomini


Pagina 68 - 7 marzo 2018
Fuori è già buio, è già inverno, è già freddo.


Pagina 68 - 7 marzo 2018
La notte sta aggrappata alle finestre come un gatto pieno di rogna.


Pagina 69 - 7 marzo 2018
Respiro un'aria di tragedia cosmica, anche divertente, solo che mi rendo conto che un paio d'ore della mia vita se ne sono andate.


Pagina 73 - 7 marzo 2018
tutto sporco di fango, ero... dolore niente, solo dolori... roba da ridere, sai?


Pagina 73 - 7 marzo 2018
fa luce, ehi, dico, fa luce? capito, no?


Pagina 90 - 7 marzo 2018
Guardavo tutto e tutti come fosse l'unica cosa che sapessi fare.


Pagina 96 - 7 marzo 2018
Mi piaceva sciogliermi da solo e spiarmi vivere, ero geloso della mi solitudine.


Pagina 99 - 7 marzo 2018
Una roba da poster undergroud, volgarità e poesia che avevano imparato a spassarsela insieme, a dispetto dei cattolici e dei poeti francesi.


Pagina 103 - 7 marzo 2018
Una bellezza stronza si spandeva un po' ovunque


Pagina 104 - 7 marzo 2018
- Tu confondi furbizia con intelligenza, tu sei al massimo furbo, Gian...


Pagina 115 - 7 marzo 2018
Uomo strano, non era un comune beone. Sapeva dire cose interessanti e poi non aveva nessuna volgarità addosso, poteva frequentare i peggiori bastardi della città, si vedeva che non aveva niente a che fare con loro.


Pagina 116 - 7 marzo 2018
Be', un vero amico, non si trova tutti i giorni uno che ti dà la casa.


Pagina 117 - 7 marzo 2018
Mi veniva da pensare a cosa ci avesse in testa in quelle ore che non passavano mai. Si vedeva che pensava di continuo, ma parlare niente.


Pagina 123 - 7 marzo 2018
doveva essere uno di quegli alloggi che il comune o qualche strano ente metteva a disposizione dei poveracci, dei pazzi e di tutti quelli che stavano dall'altra parte della barricata.


Pagina 123 - 7 marzo 2018
«Ecco, mi dicevo, quando guarderai in faccia un caramba e ti sembrerà di vedere un essere umano, sta' attento, datti una regolata che le cose cominciano a mettersi male... quando perderai la rabbia, il tuo odio, la voglia di fare a pezzi la gente, ecco! quello è il campanello d'allarme».
Ce l'avevano più o meno con tutto e tutti, più o meno, ce l'avevano con me.


Pagina 124 - 7 marzo 2018
Il mondo del lavoro l'avevo conosciuto e rifiutato per sempre, quello che mi interessava era scrivere le mie cose e i miei deliri e capire se ciò che facevo era decente o meno.


Pagina 124 - 7 marzo 2018
Avevo tirato fuori un sistema geniale che funzionava così: a Udine c'era un certo critico letterario che oltre ad essere cattolico ed uno dei massimi esponenti del codinismo democristiano, era semplicemente il mio opposto diametrale.
Quando finivo un lavoro, andavo da lui e glielo presentavo, e il più delle volte i suoi commenti erano del genere «lascia perdere, è roba che non vale un accidente, butta via tutto, va' a lavorare, sei pazzo, sei da rinchiudere». Ecco, in quel caso, capivo che c'era davvero qualcosa di valido e mi davo da fare per andare avanti e battere la strada la strada dei racconti arditi e violenti.
Più lui mi bastonava, più io ci davo dentro con entusiasmo, un metodo infallibile.
D'altra parte, un paio di volte mi disse anche qualcosa di buono tipo «guarda, Colle, non credevo... mi hai proprio preso alla sprovvista, guarda che ci sono due o tre cose che funzionano, nel tuo romanzo...»
«Mi dice cosa esattamente, per favore?»
«Ecco... quel passo... mi pare che sia il capitolo settimo... quando parli del tuo amico... sì, di quel tipo che va in India cercando chissà che e poi trova tutta quella gente... sì, dal settimo capitolo fino all'ultima pagina, tutta buona roba,... continua così, ragazzo...».
E mi salutava col suo ampio paternalismo.
Io lo salutavo e sapevo subito cosa dovevo fare, volavo a prendere il manoscritto e stracciavo tutto dal settimo capitolo in poi.
A volte mi capita di rileggere le parti ch'erano piaciute al critico, e mi dicevo: «Kivi, 'sto qua è un critico, mica un coglione qualsiasi, i critici hanno occhio per le belle pagine, mica può avere torto lui...».
Rileggevo tutto e mi accorgevo che la parte più idiota del romanzo, quella dove proprio non c'era l'anima, coincideva perfettamente con le preferenze del critico.
Stessa storia, stracciavo tutto, gettavo quell'ammasso di vergogna nelle immondizie, e preparavo altre pagine.
Un buon metodo senza dubbio.


Pagina 124 - 7 marzo 2018
- Ehi, qualcuno fece.
Mi girai. Era la Federica, una vecchia sulla sessantina che faceva la puttana.


Pagina 128 - 7 marzo 2018
Gli altri mi facevano meno paura, anche perché mi accorgevo che non valeva la pena farsi condizionare da generici idioti.


Pagina 132 - 7 marzo 2018
Funzionava tutto, roba vecchia ma di ottima qualità.


Pagina 137 - 7 marzo 2018
Il mio guaio è che ce l'ho più o meno con tutti.
Con preti, con le modelle di fotoromanzi, coi sollevatori di pesi, coi mafiosi, gli equilibristi, i poeti, i pittori col basco, gli arrivisti, gli hippies, i pastori calabresi, i fabbri, i formichieri e i pazzi.


Pagina 139 - 7 marzo 2018
Non so, credo che finirò con lo scopritore tutto, tutte le truffe maldestre di cui sono stato e sarò vittima, illusioni, le bastonate.


Pagina 140 - 7 marzo 2018
I veri poeti non sanno cosa farsene della poesia dei premi letterari.


Pagina 142 - 7 marzo 2018
È uno dei meriti dell'Occidente, quello di lasciarti vivere in silenzio, basta pagare le tasse.